Una splendida Domenica di Aprile si prospetta nella Capitale, nel pieno rispetto delle previsioni meteo, che già da giorni mostravano temperature attorno ai 21°c; fin dalle prime ore di luce il cielo era terso da nuvole ed il tepore del primo sole riscalda i nostri visi ancora assonnati ma già eccitati e ansiosi di accendere i motori e dare il via alla ACEA ROMA MARATHON 2018, la maratona delle maratone italiane con il prestigioso e complicato tracciato che la caratterizza. Accompagnata dai miei intramontabili compagni di corsa, Diego, Massimiliano e Ilaria, di buon mattino, dopo aver fatto il pieno di carboidrati e zuccheri in una abbondante colazione, ci apprestiamo a raggiungere Paola, lo zio Max, Gianni e Andrea al luogo dello start. Migliaia di persone con sacche arancioni già affollano le strade del centro; il Colosseo è gremito di atleti pronti a lasciare i propri effetti personali e preparare i muscoli alla fatica; si prevede un caldo insolito ed il manuale del buon podista richiede un adeguato riscaldamento muscolare e un’idratazione oltre misura. Al via più di 14.000 iscritti, frazionati in onde colorate con partenze in progressione; come al solito gli attimi prima della partenza accendono la tensione e l’adrenalina sale alle stelle, lo sparo a stento si sente, mitigato dai suoni festosi e dalla folla vociante lungo il percorso transennato; non posso non notare una perfetta organizzazione attorno a noi, degna di una 24 esima edizione della competizione. Come immaginavo, il percorso, già dai primi kilometri, ci riserva non poche insidie, tra sali – scendi a tradimento che ti spezzano il fiato e sampietrini caratteristici della Roma più antica, ma pregno di meraviglie architettoniche poste in ogni angolo, curva dopo curva, che a tratti, se pur per brevi momenti, ti distraggono dall’inesorabile primo caldo della stagione. La maestosità della città eterna la si respira kilometro dopo kilometro, il tracciato fuoriesce poco dal centro storico, il caldo aumenta e lungo la mia strada spesso mi imbatto in atleti affannati in preda ai crampi; a fatica cerco di tenere il passo, non voglio cedere ma l’arsura e la stanchezza mi annebbiano la vista; la voce amica del grande sostenitore Silvio, l’unico riconosciuto, mi ha dato una spinta per superare il desiderio troppo forte di rinunciare, ormai mancava poco ma sono stati i quattro kilometri più lunghi della mia vita. Vedo come la manna caduta dal cielo l’ultimo kilometro in discesa, accompagnato dalla colonna sonora della mia vita (“i JUST CAN’T GET ENUOGH – Depeche Mode – quasi lo sapessero che arrivavo io!!) e con un colpo di reni dò spinta a ciò che era rimasto della forza nelle mie gambe, tagliando il traguardo con un sorriso quasi isterico! Con me raggiungono il traguardo tutti i miei compagni: ilaria, il primo gladiatore! poi Gianni e Diego e a loro mi rivolgo con un abbraccio allo stremo delle forze, poi Andrea, la grandissima Paola e i mitici zio Max e Massimiliano; tutti bravissimi, tutti grandi e tutti pieni di entusiasmo. Un doveroso grazie anche ai sostenitori Giovanni con la moglie Rosanna e Silvio sempre presenti.
Commento di Chiara
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