Maggio 2017 – Giancarlo Brena

Dicci qualche cosa di te.

Mi chiamo Giancarlo Brena, sono nato a Tavazzano nel 1940 in una famiglia numer osa, secondo di sei fratelli. Da sempre abito a Tavazzano prima con la famigli adesso con la moglie Maria Luisa. Appassionato di ciclismo e podismo, dopo il decennale di Carlo Itali, nel 1989 ho assunto la carica di presidente del GP Tavazzano. Ruolo ricoperto fino al 2003.

Quando hai iniziato a correre?

Sono sempre stato una persona molto sportiva ed ho praticato il ciclismo a livello agonistico. Gli impegni della vita poi, mi hanno costretto ad una riduzione degli allenamenti così ho trovato nelle corse podistiche amatoriali il giusto compromesso. Ho iniziato ancora prima che nel 78 si costituisse il Gruppo Podistico Tavazzano ed è una passione che continua ancora oggi nonostante i tanti anni ormai passati.

Cos’è per te la corsa e perché corri?

Se ho iniziato a correre per sostituire il troppo tempo che richiedeva il ciclismo agonistico, ho trovato nella corsa un grande alleato per combattere lo stress e staccare da tutti gli obblighi imposti dalla vita. E’ diventata sicuramente la migliore medicina per tenere in equilibro ed in salute la mente ed il corpo.

Dopo i primi anni in cui la spinta del gruppo si è basata sull’entusiasmo iniziale, hai preso in mano le redini dal compianto Carlo Itali ed hai iniziato l’opera di creazione di basi solide e durature. Quali sono state le difficoltà maggiori?

Facevo parte fin dall’inizio del consiglio direttivo così, quando è emersa la necessità, ho accettato la carica di presidente con entusiasmo cercando di portare avanti con dedizione la strada che era già stata tracciata. Ho cercato di ottimizzare l’organizzazione suddividendo nel modo più proficuo possibile compiti e responsabilità trovando agevolando le buone relazioni tra i vari componenti del gruppo. Proprio per questo ho sempre cercato di mediare e di risolvere con il dialogo i vari problemi che inevitabilmente nel tempo sono sorti.

Essere presidente è una scelta che impone tanto impegno, tempo e dedizione. Tornando indietro lo rifaresti?

Non posso nascondermi, i sacrifici ci sono e sono tanti però se c’è la passione si supera ogni cosa, anche la scomparsa in un incidente stradale dell’amico Romeo che ha rappresentato sicuramente il momento più brutto della mia presidenza. Oggi con internet ed i social network anche il Gruppo Podistico Tavazzano è entrato in un’altra dimensione rispetto al passato però se potessi tornare indietro si, lo rifarei e rifarei tutto anche quelle scelte che con il senno di poi non si sono rivelate fortunate.

Consiglieresti a qualche giovane di diventare presidente? E quali consigli gli daresti?

Certo che consiglierei un giovane di fare il presidente perché se fino ad ora abbiamo parlato di impegni e sacrifici è altrettanto vero che tutto viene ampiamente ricompensato dalle soddisfazioni. Il gruppo ha bisogno dell’impegno dei più giovani perché sono loro che possono tenerci al passo con i tempi e avere il ritmo giusto per farci continuare a crescere e migliorare cose che abbiamo cercato di fare costantemente. I consigli che gli darei sarebbero quello di gettarsi nella mischia con entusiasmo cercando di capire quali sono le dinamiche, di non aver paura di chiedere aiuto e di non accontentarsi mai.

Qual è il ricordo più bello che hai legato alla corsa?

Dopo così tanti anni ho macinato chilometri in lungo ed in largo per tutta la penisola ma sicuramente il ricordo più bello è legato alla maratona di Parigi. Il rammarico invece è quello di non essere mai riuscito a partecipare a quella di New York che sarò costretto a seguire sempre in tv, però non è ancora detta l’ultima parola.

La corsa per te è una sfida con il cronometro o una sfida con te stesso?

In passato è stata un’acerrima sfida con il cronometro ma anche con me stesso oggi invece la corsa è squisitamente un passatempo, è salute, è amici.

Cosa sono per te i limiti?

I limiti sono la conoscenza di noi stessi e la consapevolezza che raggiunto un certo punto è giusto fermarsi o rallentare. Da questo punto di vista la corsa è un fattore molto importante proprio nella miglior conoscenza di noi stessi e nella capacità di ascoltare il nostro corpo ed i segnali che ci manda. Saperli interpretare al meglio è importante non solo durante una competizione per poter dosare nel modo più proficuo le forze ma anche in generale nella vita di tutti i giorni, in tutte le cose che siamo costretti ad affrontare.

Quali sono gli ingredienti per essere un buon podista?

Impegno, costanza, spirito d’amicizia e capacità di rispettare le regole di gruppo e di conseguenza aiutare la convivenza con altre persone che non la pensano allo stesso modo.

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