Dicci qualcosa di te
Mi chiamo Andrea, sono nato a Tavazzano nel 1951, ho frequentato le scuole elementari a Tavazzano e le medie a Lodi. Ho lavorato come tipografo e sono andato in pensione nel 2005. Sono sposato con Lidia dal 1975.
Quando hai iniziato a correre?
Ho iniziato nel 1982 seguendo l’esempio di mio cugino. Mi è piaciuto subito ed ho iniziato ad allenarmi con costanza ma sempre mettendoci la testa evitando di strafare e fissandomi traguardi via via più ambiziosi.
Fai parte del gruppo da tantissimi anni, come si è evoluto il mondo delle marce?
Non so dire se si è evoluto in meglio o in peggio, di certo quando ho iniziato io si correva per passione e senza grandi sofisticazioni. Adesso le conoscenze tecniche e mediche hanno fatto della corsa una vera e propria scienza oltre che una consigliata medicina.
Dalla corsa sei passato alla camminata, ma la voglia di stare in movimento non è mai cambiata. Più piacere o più necessita?
Sono stato costretto per motivi fisici ma, dopo il logico scoramento iniziale, ho ritrovato nella camminata le stesse sensazioni di piacere e benessere che avvertivo con la corsa.
Gaber cantava che la libertà è partecipazione, tu sei sempre stato attivamente partecipe come tesoriere e consigliere del gruppo. Quanto è importante allora poter mettersi a servizio degli altri, poter esprimere le proprie opinioni, potersi confrontare?
E’ importante in un gruppo che ci siano persone che si mettano a disposizione per degli incarichi, per delle mansioni, per confrontarsi e crescere. Quando il consiglio mi ha chiesto di fare il tesoriere, ho accettato volentieri, poi per motivi personali ho dovuto fare un passo indietro.
Cosa sono per te i limiti?
I limiti sono un segnale che il corpo mi invia e a cui cerco di avvicinarmi senza superare. Non ho mai inteso la corsa come una competizione per questo mi basta stare bene con me stesso e tornare a casa soddisfatto.
Qual è il ricordo più bello che hai legato alla corsa?
I ricordi sono parecchi, ma il più bello è essere riuscito a completare la serie delle 6 “Su e giù per la Val Camonica”. Il rammarico di non aver mai corso la maratona di New York.
Un obbiettivo per il futuro?
Il mio obbiettivo più che persona è collettivo, visto che quest’anno ricorre il 40 anniversario di fondazione del gruppo mi piacerebbe che tutto rimanga unito e stabile come è sempre stato.
La tua canzone ideale per correre?
Non ho una canzone perchè durante le marce mi piace parlare e guardare i paesaggi.
Quali sono gli ingredienti per essere un buon podista?
Un podista deve essere contento di appartenere ad un gruppo, di portare la maglia, saper stare in compagnia, essere a conoscenza di tutto quello che riguarda il gruppo stesso.
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