A metà settimana mi sento sempre così stanco ed il week-end è ancora così lontano. Fa pure caldo e la metropolitana è un forno. Mi aspettano otto ore di lavoro intenso. Telefonate, computer, mail, clienti, colleghi.
Oggi però c’è qualche cosa di diverso rispetto a tutti gli altri giorni. Non vedo l’ora di riprendere la metropolitana, scappare a casa, prendere la sacca con la maglietta e le scarpette e andare a correre.
A Tavazzano c’è la 7ª edizione della Camminata serale del Parco Sillaro ed io, come molti altri, non voglio perdermela. Il paese è in fermento, devo girovagare tra le vie adiacenti alla palestra Comunale, luogo della partenza, per trovare posto dove parcheggiare, ma il clima è di festa. Incontro gente che corricchia per riscaldarsi anche se il termometro supera abbondantemente i 30 gradi. Ci si conosce un po’ tutti, la famiglia dei runners è un grande famiglia che si ritrova tutte le settimane con qualsiasi condizione meteorologica, così saluto e mi precipito ad iscrivermi.
Incontro le ragazze ABG dell’associazione Bianca Garavaglia Onlus che raccoglie fondi per la lotta ai tumori infantili. Come sempre, nell’epoca dei social, la corsa è un pretesto per incontrarsi e per condividere toccando con mano la realtà. C’è Angelo, che presenta il suo libro “diciotto ore e cinquantaquattro minuti” scritto dopo la partecipazione alla 100 km del Passatore, ci sono Daniele e Debora che presentano “Sbam” la loro idea di abbigliamento sportivo e poi ci sono loro, gli amici di Davide, a cui la corsa è dedicata, che tutti gli anni si ritrovano per ricordarlo. Mano mano che procedo lungo il percorso sulla strada che porta fuori dal paese, incrocio tanti camminatori, tante famiglie, tanti bambini, una volta raggiunta la campagna procedo più spedito tra i campi coltivati, le cascine, le piante da frutto che creano quel velo d’ombra che risulta essere una vera manna dal cielo.
Il primo ristoro che incrocio è preso d’assalto, tutti cercano acqua, anche io mi metto in fila per la mia razione, poi riparto spedito.
I problemi della vita, la stanchezza e l’apatia di questa mattina sono solo un lontanissimo ricordo. Quello che conta adesso è solo il rumore dei mie passi sul selciato, un passo alla volta, sempre più rapidi. Tengo sotto controllo la respirazione ma lascio che i pensieri volino liberi fino a quando trovo un cavallo che mi fissa e mi sciolgo in una risata solitaria. Mi unisco a degli amici che non vedevo da un po’, parlando delle nostre vite, anche i chilometri passano veloci fino a tornare in paese e tagliare il traguardo.
La gente è ancora tutta qui, intorno al ristoro con torte, biscotti, fette biscottate nonostante si sia alzato il vento e il lontananza nuvole nere e tuoni preannunciano l’imminente arrivo di un temporale che rinfrescherà quelli partiti più tardi. C’è chi parla, chi fa stretching, chi ride e scherza, chi incita gli ultimi ad arrivare, poi ci sono le premiazioni.
Gli applausi più grandi sono per Angelo che ritira il premio in ricordo del padre Romeo scomparso vent’anni fa proprio mentre stava andando a correre con Giuseppe e Gaudenzio che oggi hanno percorso con lui quel simbolico tragitto. L’emozione si fa palpabile quando i genitori di Davide premiano il primo gruppo classificato.
La corsa è forse il più semplice, il più spontaneo degli sport, ma è anche ciò che ci accomuna e che ci rende tutti uguali davanti alla vita, quella stessa vita che riusciamo a rendere infinita se germoglia nel cuore di chi ci circonda.
ªªªªªªªªªªªªªªDavide e Romeo ne sono l’esempio, forse a volte ci mancano un po’ ma in realtà non se ne sono mai andati, oggi lo abbiamo urlato tutti insieme.
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