Il dubbio amletico era essere o non essere?
Sicuramente gli oltre 2400 podisti che oggi hanno affollato i sentieri che attraversano la campagna lodigiana non avevo dubbi sul doverci essere. La Marcia del Nebbiolo ormai è un appuntamento fisso, un rito. Puntualissima la terza Domenica di Marzo ad annunciare l’arrivo della primavera. Poco sarebbe contato anche se le previsioni meteo non fossero state propriamente idilliache.
I runners sono gente tosta e tutti i giorni dell’anno sono pronti ad indossare le scarpette perché tanto alla fine tutto scorre anzi, visto che siamo diventati tutti un po’ più filosofi grechi, “panta rei”. Quando poi sono le nuvole a farla da padrone “singing in the rain” per continuare a citare la famosa Occidentali’s Karma di Francesco Gabbani. Correre non è solo un’ora d’aria, chiedetelo a tutti loro e tutti vi risponderanno come un mantra che è una droga della quale non possono farne a meno. Endorfine, una delle sostanza stupefacenti più potenti e benefiche al mondo.
Il Gp Tavazzano, con la sua esperienza ormai quarantennale, da sempre cerca di mettere tutti nella condizione di raggiungere il runner’s high, lo sballo del corridore, allestendo ben sei percorsi da 4 ai 25 chilometri. Un lavoro meticoloso, che richiede molto tempo e l’impegno di molte persone per la segnaletica, i ristori, la sicurezza. Sicurezza che anche quest’anno è stata messa al primo posto con l’impiego dei volontari della Protezione Civile, della Croce Rossa Italiana, dell’Associazione dei Carabinieri in congedo e della Polizia Locale.
Nulla viene lasciato al caso ma serve anche un po’ di fortuna ed oggi gli Dei sono stati benevoli regalandoci una Domenica mattina dal cielo velato ma dal gusto già primaverile ed i colori della natura e degli ambienti rurali che la corsa ha attraversato erano già quelli della bella stagione.
Peccato che il tutto sia volato così in fretta, ma visto che i lavori per la quarantesima edizione sono già iniziati, non ci resta che attendere e….omm!!!