Dicci qualche cosa di te.
Sono nata a Lodi il 25 marzo 1975 da papà Luigi e mamma Mariarosa e al mio arrivo mi ha accolto con non poca perplessità una sorellina di nome Monica di 5 anni più grande. Sono cresciuta a Tavazzano dove ancora oggi risiedo con la mia famiglia e lavoro come tecnico comunale. Ho frequentato l’oratoriano fino alla veneranda età di 20 anni, quando poi gli studi e le prime esperienze lavorative mi hanno portato a cimentarmi con nuovi orizzonti lontano dai legami tavazzanesi. Nel 2001 sono convolata a nozze con il mio eterno fidanzato Cristian e dal matrimonio sono nati due splendidi bambini, Tommaso di 11 anni e Isabella di 8.
Quando hai iniziato a correre?
Ho indossato timidamente le mie prime scarpe da corsa nell’aprile del 2009. Dopo essere diventata mamma per la seconda volta e aver concentrato tutte le mie forze nella crescita delle mie piccole vite, ho avvertito sempre più forte l’esigenza di tornare a muovermi e di dedicare del tempo a me stessa.
Cos’è per te la corsa e perché corri?
Sono sempre stata una grande sportiva ed ho praticato tanti sport anche se il mio grande amore è sempre stata la pallavolo che dall’età di 7 anni ho praticato per 15 anni filati. Il podismo era l’ultimo dei miei pensieri perché amavo gli sport di squadra, la collaborazione con i compagni per arrivare ad un sistema di gioco vincente, l’adrenalina delle partite, la voglia di vincere. Poi con gli anni ha preso il sopravvento la mia natura da “lupo solitario” ed ho pensato che la corsa potesse essere il giusto compromesso iniziando ad allenarmi da sola.
Ti alleni diversi giorni alla settimana, come si fa a conciliare la corsa con gli impegni di mamma, moglie e lavoratrice?
Non è facile, all’inizio riuscivo a ritagliarmi solo piccolissimi spazi, una-due uscite settimanali. Con i figli un po’ più grandicelli e l’aiuto di marito e dei famigliari la cosa si è fatta meno complicata anche se i sacrifici rimangono. Aver trovato altre persone con le quali condividere la stesa passione è un grande aiuto ed un grande motivazione verso traguardi sempre più ambiziosi.
La corsa per te è una sfida con te stessa o con il cronometro?
Più che una sfida con me stessa, la corsa è diventata uno stile di vita. E’ il modo migliore per scaricare tensioni e stress e questo giova anche a tutti gli altri componenti della famiglia. E’ il modo per tenere in forma sia il mio corpo che la mia mente perché si riflette in ogni aspetto della vita quotidiana dall’alimentazione al sonno.
Cosa sono per te i limiti?
I limiti sono solo delle scuse ed avere al mio fianco altre persone che condividono la mia stessa passione, mi sprona a superarle. Ho imparata a trasformare questi “limiti” queste “scuse” in obbiettivi e traguardi da raggiungere.
Qual è il ricordo più bello che hai legato alla corsa?
La prima maratona. Il 27 Novembre 2016 a Firenze mi sono messa al collo una medaglia che pensa 42,195 chilometri di fatica, mille e più allenamenti estenuanti fatti a qualsiasi ora del giorno quando con i miei amici e compagni riuscivamo a ritagliarci del tempo per le scarpe da running. Di quel giorno ricordo tutto, in particolare il momento in cui ho tagliato il traguardo e mi sono sciolta in un pianto liberando tuta la gioia che avevo in corpo e cercando tra la folla dei visi amici con cui festeggiare.
Un obbiettivo per il futuro?
Ripetere e perché no migliorare l’impresa di Firenze perché quella è stata sicuramente la miccia che ha fatto scaturire in me la consapevolezza di potercela fare e la voglia di riprovarci e riassaporare quelle emozioni. Dovrò fare la mia scelta in modo oculato, non tanto per fare, non a caso ma per fare ed essere contenta di aver fatto.
La canzone o le canzoni ideali per correre?
Correre per me è riflettere, immergermi nei miei pensieri e abbandonarmi alla fatica. Non potrei fare tutto questo senza le mie inseparabili cuffiette nelle orecchie per la gioia dei miei compagni corsa. La musica mi permette di concentrarmi sul respiro, sul ritmo e sulle sensazioni che il mio corpo mi restituisce. Non c’è una canzone in particolare ma cerco quello che mi emozionano e mi danno la carica. Ho una play list che uso e che periodicamente aggiorno assecondando il mio umore e le mie sensazioni.
Quali sono gli ingredienti per essere un buon podista?
Non conosco la ricetta per essere un buon podista, ho ancora tante cose da imparare dai più esperti e tanti chilometri da macinare. Sicuramente costanza e caparbietà sono indispensabili per non mollare mai anche con il freddo e la pioggia invernarle o il calore e l’afa estiva. Certo un po’ di follia non può guastare specie se sei costretto a puntare la veglia alle cinque del mattino per uscire ad allenarti.