Gennaio 2017 – Ganni Fasoli

Dicci qualche cosa di te.

Sono nato nel 1944 a Lodi in una famiglia di contadini, penultimo e unico maschio dei lo ro cinque figli. Come si usava ai miei tempi, ho iniziato prestissimo a lavorare facendo il pendolare verso le industrie dalla metropoli milanese. Dopo aver svolto il servizio militare e ad aver purtroppo perso entrambi i genitori, mi sono sposato con Liviana, stabilendomi definitivamente a Tavazzano. Nel 1979 è nato il nostro unico figlio Andrea. Dopo quarant’anni di lavoro sono andato in pensione e dal 2004 ho assunto la carica di presidente del Gruppo Podistico Tavazzano al quale già appartenevo dal 1989. Per quattro anni sono stato anche vicepresidente del Comitato provinciale Fiasp del quale sono ancora consigliere.

Quando hai iniziato a correre?

Ho iniziato a metà degli anni settanta, a causa della crisi energetica la Domenica non era possibile circolare in macchina e si iniziarono ad organizzare le prime corse. Poi ho smesso per un po’ di tempo fino a riprendere su consiglio del cardiologo per tenere sotto controllo l’ipertensione nel 1989.

Cos’è per te la corsa e perché corri?

La corsa è prima di tutto passione, non so se riuscirei a starci senza. Poi è amicizia, impegno e soprattutto salute. Difficilmente ho trovato medicine che mi hanno fatto stare meglio di una corsa o di una passeggiata all’aria aperta.

Nel 2004 in un periodo un po’ di stanca del gruppo hai deciso di prenderne in mano le redini e diventare presidente. Perché?

Dopo le dimissioni dell’allora presidente Giancarlo Brena, nessuno voleva farsi carico dell’impegno e questo avrebbe portato sicuramente allo scioglimento del gruppo. Non potevo permetterlo e nonostante la mia scarsa attitudine al comando, decisi di metterti in gioco e mi candidai. Nonostante tutte le perplessità del momento, il consiglio direttivo accettò la mia candidatura ed il gruppo poté continuare le sue attività.

Si può dire che hai traghettato il gruppo nell’era moderna, una sorta di GP Tavazzano 2.0 con nuovi impegni, nuove responsabilità ma anche nuove possibilità. Se dovessi fare un bilancio fino a qui della tua presidenza sarebbe in utile o in perdita?

Oggi più di ieri le responsabilità sono aumentate e questo ha portato un maggiore stress ed un maggiore impegno di energie che siamo riusciti a sopperire grazie all’impegno di più persone e ad una migliore organizzazione manageriale del gruppo. I tempi moderni però ci hanno messo a disposizione nuove tecnologie che ci hanno permesso di presentarci ad un pubblico più ampio, aumentando la nostra visibilità e la visibilità di tutte le iniziative in cui siamo impegnati. Penso al sito internet ed ai social media Facebook, Twitter, Youtube. Questo ha contribuito ad un ringiovanimento del gruppo e al successo di pubblico delle nostre corse “Marcia del Nebbiolo” e “Camminata serale del parco Sillaro”. Con ancora nel cuore il fresco ricordo della Benemerenza Civica che il Comune di Tavazzano ci ha consegnato nel 2016, non posso che considerare fin qui il bilancio più che positivo, consapevole però che possiamo e dobbiamo fare ancora di più.

Qual è il ricordo più bello che hai legato alla corsa?

Mi riesce difficile non citare il momento in cui ho tagliato il traguardo della Maratona di New York, ma se proprio devo sceglierne uno dico quella volta a Codogno in cui per la prima volta corsi per 15 Km senza mai fermarmi.

La corsa per te è una sfida con il cronometro o una sfida con te stesso?

Non ho mai vissuto la corsa come una sfida né con me stesso né con il cronometro. Per me la corsa è semplicemente divertimento.

Cosa sono per te i limiti?

I limiti sono i paletti imposti dal mio corpo per avvertirmi quando fermami. Mi piace rispettarmi e quindi cerco di non andare mai oltre, una cosa che da giovane era più difficile da controllare.

Quali sono gli obbiettivi per il futuro?

Come podista l’obbiettivo è quello di rimanere sempre in buona salute per continuare a correre e camminare. Come presidente invece vorrei formare un gruppo dirigente giovane che possa portar avanti il gruppo e la nostra idea di aggregazione fatta di sport, amicizia e impegno sociale.

Quali sono gli ingredienti per essere un buon podista?

Sacrificio, pazienza, capacità di ascoltar il proprio corpo, capacità di stare con gli altri.

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