Domenica 14 Aprile 2019 si è disputata la Maratona di Parigi sul classico percorso che, partendo dalla celebre Avenue des Champs-Elysees, attraversa la città da nord a sud e la risale sul lungosenna sfiorando praticamente tutti i monumenti e le attrazioni della capitale francese. In una giornata ottimale per correre con poco vento, cielo sereno e temperatura gelida al mattino ma intorno ai 10°C durante la corsa, tra gli oltre 60.000 partecipanti vi erano anche Gianni e Andrea che l’hanno portata a termine assieme al 97% del totale (probabilmente medaglia e t-shirt riservate solo ai finisher sono stati un bello stimolo). Il percorso già complicato di suo con pochi km veramente pianeggianti (si tratta di un susseguirsi di discese e salite, anche se quasi tutte con pendenze minime) quest’anno è stato reso ancora più difficoltoso dall’altissimo numero di partecipanti: un serpentone lunghissimo dalla partenze fino all’arrivo che ha obbligato a continui cambiamenti di ritmo per sorpassare i più lenti e farsi sorpassare dai più veloci. Tra l’altro lo sponsor acqua Vittel ha probabilmente obbligato l’organizzazione a concedergli di essere l’unica bevanda in corsa e non è stato distribuito nessun tipo di sale o energizzante. I nostri portacolori, dopo un po’ di sofferenza sopportata negli ultimi km, hanno tagliato entrambi il traguardo, posto su uno dei dodici viali che si incrociano nella piazza Charles de Gaulle dove si trova l’Arco di Trionfo, a poca distanza l’uno dall’altro con un tempo intorno alle 4 ore e 15. Gianni partito con l’idea di terminare a tutti i costi la maratona è partito piano anche a causa di un infortunio che lo aveva tenuto fermo per tre settimane: “più passavano i km più mi sentivo bene, almeno fino alla salita del 35esimo dove sono sopraggiunti i crampi e ho sofferto fino all’arrivo,ma non ho mai mollato; sono soddisfatto al 100%; ho dato tutto fino alla fine.” Andrea invece non è stato esattamente entusiasta a causa dei soliti crampi al 35esimo che gli si presentano ad ogni maratona: “ho provato di tutto e seguito consigli; fino al 35esimo andavo benissimo come mi ero preventivato, senza avere né fastidi né stanchezza; evidentemente devo rassegnarmi al fatto che i miei bicipiti femorali non sono fatti per sostenere uno sforzo di quattro ore, ma non mollo di sicuro.”
P.S. Se qualcuno se lo stesse per caso chiedendo, non siamo stati noi ad incendiare Notre Dame.
Gianni & Andrea
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