Solo qualche settimana fa, durante il seguitissimo Festival della canzone Italiana, tradizionale appuntamento degli italici costumi, come lo sta diventato la Marcia del Nebbiolo, il maestro Ezio Bosso incantava il mondo con le note del suo pianoforte e con la genuina saggezza delle sue parole: la vita si può fare in un solo modo: assieme.
E questo è davvero lo spirito che oggi, così come ogni domenica, accomuna i podisti. Chiunque avrebbe potuto indossare scarpette, maglietta ed orologio e sarebbe potuto uscire sulle strade vicino a casa, all’orario che preferiva, al ritmo che voleva. Ma i podisti è gente coriacea, quel tantino folle da svegliarsi all’alba, con qualsiasi condizione meteo, di Domenica e fare anche parecchi chilometri in macchina per correre: assieme.
Qualcuno più competitivo non manca, ma per la maggior parte non c’è nessuna gara, nessun sorpasso, ma una sana scampagnata, chi di corsa, chi al passo, sulle terre bianche della campagna lodigiana. Anni fa, mentre un gruppetto di temerari corridori preparava la prima edizione della Marcia del Nebbiolo, Sanremo era già da un po’ che era Sanremo e Mino Vergnaghi vinceva quell’edizione condotta da Mike Bongiorno e Anna Maria Rizzoli con la sdolcinata “Amare”. E così, come negli anni successivi si imposero indimenticabili successi come Per Elisa, Se m’innamoro e Uomini soli, la Marcia del Nebbiolo cresceva aumentando drasticamente il numero di partecipanti, dei percorsi allestiti nonché degli sforzi organizzativi dei sempre più entusiasti volontari del gruppo. Ma quando la manifestazione canora perse qualche colpo con i vari Jalisse, Povia e Cristicchi la Marcia del Nebbiolo raggiunse i suoi fasti superando costantemente i 2000 iscritti. Successo confermato anche in questa trentottesima edizione nonostante l’improbo scontro con un colosso come la Stramilano. Ma si sa, gli italiani sono dei tradizionalisti e così come continuano a seguire la kermes rivierasca, anche lo zoccolo duro dei runners non ha abbandonato la marcia che con i suoi sei bucolici percorsi regala la possibilità di mettere da parte la vita quotidiana e dimenticare per qualche ora la città. Un’occasione che anno dopo anno sta diventando sempre più difficile a causa della costante avanzata di case e strade. Una marcia di migliaia di persone che diventa così anche il modo per gridare a squarciagola che il nostro territorio non può più sostenere altro cemento, che contro il logorio della vita moderna, per dirla come uno spot di qualche anno fa, abbiamo tutti la necessità di mantenere e far sopravvivere le aree verdi rimaste. Allora il grazie va a tutti i 2369 iscritti di oggi o forse dovremmo dire “Grazie dei fior” ma saremmo decisamente fuori tempo anche se la primavera si è presentata alla grande mostrando il suo lato migliore.
Statene certi, puntuali il prossimo anno i cantanti torneranno a cantare ed i runners a correre perché se Sanremo è Sanremo anche Nebbiolo è Nebbiolo.
AF
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